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Alfa romeo Giulia
Alfa Romeo Giulia GT
Simca 1000 1963 - 1968
FIAT 127 1971
Fiat 500 1957 Edition
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Gli Autobus che fecero la storia del trasporto pubblico Italiano
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Fiat 418
L’autobus Fiat 418, che vedrà una notevole diffusione nel decennio, è il nuovo modello che la Fiat mette in produzione per svecchiare la propria offerta sul mercato, composta allora da veicoli progettati negli anni ’60 (409 e 410), e non più rispondenti alle esigenze del momento; inizia con ciò una nuova politica che vede l’introduzione del concetto di uniformare i prodotti e le parti di ricambio, che si affermerà stabilmente con la nuova generazione di autobus del decennio successivo, con le prime applicazioni di strumenti e disposizioni destinate a diventare di normale applicazione di li a poco. Una prima serie di venti Fiat 418 carrozzati Cameri, entra in servizio nel 1973; si tratta di vetture particolarmente curate, che in luogo del parabrezza a sperone adottano un parabrezza curvo come sui due 410 utilizzati per studi ergonomici e per la prima volta su un autobus romano la strumentazione comprende un contagiri per il motore; adottano un cambio idraulico automatico di costruzione Voith a due rapporti e sono ancora dotati anche di porta laterale di servizio, soluzione adottata solo su questo gruppo, non prevista nella produzione successiva e, più in generale, eliminata nella produzione del decennio successivo in favore di un pulsante che consente, attraverso un apposito comando, di aprire e chiudere la porta anteriore dall'esterno. Il motore ha un ridotto incremento di potenza, mentre la trasmissione adotta un cambio idraulico automatico di costruzione Fiat. Sull’effettiva utilità di un contagiri per un conducente di autobus urbano ci sarebbe da discutere. E' giusto notarla perché la sua apparizione sui 418 segna l’inizio di una fase, nella costruzione dei rotabili, non solo autobus, nella quale sembra che i costruttori facciano a gara nel dotare i veicoli di innumerevoli strumenti di misura, segnalatori ed altri accessori (che ricordano le complicazioni dei Lancia 718, concepite più per fare impressione che per effettiva utilità), che risulteranno non solo assolutamente inutili nell’esercizio, ma anche nocivi ai fini della manutenzione, se non altro per l’enorme massa di fili, cavi, cavetti, sensori, ecc. che comporteranno; l’inutilità di tutto ciò si può ancora oggi constatare dopo qualche mese di esercizio dei rotabili attuali, ancora infarciti di tali inutili strumentazioni, quando buona parte di strumenti e segnalatori è immancabilmente fuori uso, tra l’indifferenza generale del personale di guida e di officina. |
Dal punto di vista meccanico il 418 si rivela un veicolo funzionale e di pratico utilizzo, una vera manna per i conducenti abituati alle più disparate (per non dire strampalate), disposizioni degli autobus del decennio precedente. La trasmissione è naturalmente automatica, e si affida per il primo gruppo del 1973 a un cambio Voit-Diwa mod. 501-JSR che appare essere un evoluzione del 501A utilizzato sui Fiat 410, coi due rapporti lento e veloce in avanti e retromarcia: anche qui il conducente può scegliere autonomamente se inserire l'uno o l'altro dei due rapporti, attraverso una levetta posta sotto lo sterzo, e nel successivo avviamento all'aumento dei giri del motore corrisponde l'inserimento di alcuni cilindri a ruote dentate, tenuti sempre in presa all'albero di trasmissione, che riducono in modo progressivo, e senza strappi, lo sforzo del motore secondo il rapporto prescelto.
Il motore Fiat di questi autobus è anch'esso un evoluzione dei tipi precedenti, il modello 8200.12.035 a 6 cilindri (9.189 cmc), che sviluppa 183 cavalli e una velocità massima di 59,6 Km/h a pieno carico e in piano, sistemato ancora orizzontalmente al centro del telaio. Nella produzione successiva la potenza del motore aumenta a 194 cavalli (velocità massima 64,7 Km/h), mentre la trasmissione si affida al cambio di tipo automatico DRS 0,9 progettato negli anni '60 dalla OM (che ora fa parte della Fiat), e che abbiamo visto installato sui Lancia 718 e sugli OM costruiti su meccanica 410, che appare qui notevolmente migliorato. Il complessivo cambio-frizione è collegato al motore attraverso un convertitore idraulico a doppia e semplice rotazione in avanti (marcia lenta e veloce), ed uno in retromarcia: anche qui il conducente può stabilire unicamente la direzione di marcia del veicolo, ma all'aumento dei giri del motore il convertitore idraulico inserisce automaticamente il rapporto più adatto (lento o veloce), a seconda della pendenza della strada, della velocità o del peso complessivo del veicolo, indipendentemente dalla velocità di marcia dell'autobus. |
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Fiat - 690 anni 60-70
Gli autocarri porta-auto anni 60-70