La storia di Valerio Viccei
La Testarossa di Viccei con cui girava per Londra
Valerio Viccei prese una multa a St John's Wood High St NW8, London, UK
qui
https://maps.app.goo.gl/w3kBYbtwELXaticd6
Viveva qui a : 78d St John's Wood Hire St NW8 , London, UK
qui
accetta le indicazioni, animazione automatica o trascina a fai zoom come fai su google Earth
360 gradi
street view
https://maps.app.goo.gl/XMXXB2EGhCWB2Wez6
Visto dal retro viveva non nelle due casette davanti ma quella dietro più alta sulla destra della colonna centrale di mattoni
https://maps.app.goo.gl/RS7kJtBnaqNqzPMr9
qui
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Viveva qui a : 78d St John's Wood Hire St NW8 , London, UK
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Valerio Viccei sulla rapina del Secolo (in inglese)
La storia di Viccei brevemente raccontata !
Nelle foto a scorrimento sulla pagina : "noi in Ascoli Piceno '60-'70" (alcune ingrandibili) si vede quando fu ucciso durante una sparatoria ed una cartolina che ho tradotto - scritta ad un poliziotto inglese (foto sotto), poi amico..
Leggendo l'articolo sotto si capisce che la rapina fu voluta dalla mafia ma che era stata strumentalizzata dai poteri occulti come la P2 a cui Gianni Nardi apparteneva ed i servizi segreti della Sismi. Per saperne di piu Vedi questo video su Viccei qui e metti a 16 minuti. Qui i miei disegni 3D, scaricabili visionabili ed incorporabili nel tuo sito Raccontata da conoscenti (audio)
Valerio Viccei - la storia (audio)
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La rapina del Secolo di Valerio Viccei in inglese
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11th November 1992 Valerio Viccei (giubbino verde) estradato in manette in Italia su un volo Alitalia da Londra.
Valerio Viccei is escorted in handcuffs to a plane at Heathrow. The 37 year old, sentenced to 22 years in 1987, was flown to Rome to complete his sentence and face a quiz about more than 50 other offences.
Valerio Viccei is escorted in handcuffs to a plane at Heathrow. The 37 year old, sentenced to 22 years in 1987, was flown to Rome to complete his sentence and face a quiz about more than 50 other offences.
Testata dei giornali
su Viccei anno 2000 |
Helle Skoubon una ragazza di Valerio Viccei.
Helle Skoubon, danish cosmetics salesgirl, who had a fling with Valerio Viccei Helle Skoubon una ragazza di Valerio Viccei.
Helle Skoubon, danish cosmetics salesgirl, who had a fling with Valerio Viccei |
Helle Skoubon una ragazza di Valerio Viccei.
Helle Skoubon, danish cosmetics salesgirl, who had a fling with Valerio Viccei |
Ex terrorista spara agli agenti: Valerio Viccei ucciso!
Teramo,
l'estremista nero Viccei intercettato con un pentito. Ferito un poliziotto DAL NOSTRO INVIATO TERAMO - Ieri mattina, un ex terrorista nero in regime di semilibertà e un collaboratore di giustizia caricavano le loro pistole davanti ad un casolare abbandonato sulla strada provinciale numero 1, che risale le colline del Teramano e conduce, in tornanti dolci, alla frazione di Sant' Egidio. Capannoni industriali e greggi di pecore, prostitute sedute dietro ai cespugli e cani randagi. Il casolare è subito dietro l' ultima curva. Appena nascosto da un grande albero di castagne. La vecchia Lancia Thema grigia dicono che fosse ferma dove comincia il sentiero. Con il cofano aperto e con loro due, chini, che vi rovistavano. Stavano caricando una Magnum 357 e una Smith&Wesson. Le caricavano con proiettili ad espansione. «Ma non è nemmeno questo, il punto». È che la Magnum 357, quando esplode un colpo, è come se tuonasse. La coppia di agenti sopravvissuti al conflitto a fuoco, racconta che è stato proprio il tremendo rumore prodotto dal primo colpo a fargli capire che stava cominciando una specie di battaglia. Sul prato è rimasto ucciso Valerio Viccei, 45 anni, molti dei quali trascorsi a far scorribande su commissione dei Nar - i Nuclei armati rivoluzionari di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro - finché non decise poi di andarsi a nascondere a Londra, dove partecipò al gran colpo della Knightsbridge, nelle cui cassette di sicurezza non avrebbe trovato solo quasi 150 miliardi di lire, ma anche, diceva lui, misteriosi documenti appartenenti al banchiere Roberto Calvi. Il corpo di Viccei è stato centrato da almeno nove colpi di mitraglietta. Il capopattuglia Enzo Baldini, 40 anni, sposato e con due figli, ha avuto una buona mira, nonostante giacesse a terra, e gravemente ferito all' inguine. Dalla Magnum di Viccei mancano quattro proiettili. Aveva già infilato guanti di lattice. E, pure in lattice, era la maschera facciale che aveva nella tasca dei pantaloni. Nella stessa tasca teneva anche un documento d' identità falso. Intestato ad un cittadino albanese. Ma è stato un agente della polizia scientifica a riconoscerlo: «Ragazzi, questo è Viccei. Recluso nel carcere di Pescara, però con il permesso di uscire dalle 8.30 alle 22.30». Il suo complice è ferito alla gamba destra. È nato a Lecce, ha 31 anni e si chiama Antonio Maletesta. Dopo essere stato affiliato all' organizzazione criminale pugliese Sacra corona unita, ha deciso di pentirsi, raccontando dettagli di secondo piano ai magistrati. Sottoposto al servizio protezione, alle 11 del mattino, doveva stare all' Aquila e non qui, davanti a questo cascinale. Anche lui aveva già infilato alle mani i guanti di lattice. Ma con la sua Smith&Wesson non ha colpito alcun agente. L' agente scelto Franco Di Giannatale, 31 anni, sposato e con due figli, si è slogato il polso destro, cadendo. E si stava rialzando, quando, per pure fatalità, da dietro la curva è anche spuntata un' auto dei carabinieri. C' erano due uomini a bordo. L' appuntato Luigi Corradetti, di 45 anni, e un ex parà del battaglione Tuscania. E non ha esitato ad ascoltare il grido dell' agente Di Giannatale: «Ne sta scappando uno». Così ha indossato il giubbotto antiproiettile, ha imbracciato la mitraglietta e ha scavalcato il muretto, costruito dai pastori lateralmente alla cascina. L' ultima scena del combattimento è avvenuta trecento metri più giù, verso il boschetto. Sotto un faggio c' era il collaboratore di giustizia ferito, che si torceva dal dolore, sudando, bestemmiando, ma senza decidersi a mollare la sua Smith&Wesson. Almeno finché non ha sentito il carabiniere urlare: «Ti tengo sotto tiro. E se alzi quella pistola, te lo giuro, ti sparo». Due criminali perfettamente armati, che si preparavano a chissà cosa. Dicono in Questura: «Forse ad assaltare una banca, un ufficio postale, un furgone portavalori». O, più probabilmente, a compiere un sequestro di persona. Fabrizio Roncone IL RITRATTO Dalla maxirapina di Londra ai misteri del caso Calvi MILANO - Prima di squagliarsela dopo aver spazzolato 150 miliardi dal «centro deposito valori» di Brompton road, Knightsbridge, lasciò in un caveau (rigorosamente vuoto) la videocassetta di «Come sposare un milionario». Uno sberleffo. La sua firma su quella che ancora adesso viene ricordata come la rapina del secolo, in Inghilterra: 126 cassette svuotate, gioielli (c' era anche il secondo diamante più grande del mondo) e preziosi portati via ai grandi nomi dell' aristocrazia inglese. Era un uomo spiritoso, Valerio Viccei. Ma non era Robin Hood. Anzi. Nato ad Ascoli Piceno il 23 gennaio 1955, papà avvocato iscritto al Pli, mamma casalinga, a soli 15 anni conosce Gianni Nardi, l' estremista nero (ufficialmente) morto il 10 settembre 1976 in uno scontro frontale a Palma di Maiorca. Diventano amici. Nardi è più «ideologico», a Viccei la teoria interessa poco. Galleggia nell' area dell' eversione nera da subito, tra la strategia della tensione e il colore dei soldi sceglie i secondi. La sua vita è tutta in un fascicolo giudiziario alto due spanne. La prima denuncia arriva nel 1971, entra nella sede cittadina del Psiup e la devasta. Per il carcere è questione di qualche mese, nel 1972 piazza una carica esplosiva sotto un ripetitore televisivo (lui ha 17 anni), poi finisce dentro per aver rubato un' auto sotto casa (« Dovevo andare a Roma al comizio di Almirante»). Da lì in poi è un elenco di rapine, furti, attentati (ma per la bomba al rapido Milano-Bari del 1974 fu assolto) e un omicidio. Quello di un suo complice, Giovanni Niccolai, 29 anni, ultrà nero che controllava un giro di droga: due colpi di pistola al torace e all' addome e poi la benzina per bruciare il corpo nel 1981, la confessione solo dieci anni dopo. Condannato per traffico d' armi e altri reati minori, ottiene la libertà vigilata, sparisce il 30 dicembre 1986. La mattina del 17 luglio 1987 Viccei riappare in giacca e cravatta, davanti al deposito valori di Knightsbridge. Lui e un suo socio entrano dall' ingresso principale (il direttore verrà poi condannato per complicità). Ne escono un' ora dopo con una refurtiva spaventosa. Lui rimane libero giusto un mese, il tempo di comprarsi una Ferrari con la quale investe uno degli agenti che lo arrestano a Londra. Il 30 gennaio 1989 arriva la condanna a 22 anni, tre anni dopo l' estradizione nel carcere di Pescara. Il ministro della Giustizia inglese tuona: «L' Italia rimetterà in libertà l' uomo d' oro nel giro di un anno». Si sbaglia, di poco. Viccei ottiene la semilibertà nel 1995, la libertà condizionata nel 1997. Londra protesta ancora: si è sempre rifiutato di collaborare al recupero del bottino. Gli anni in carcere li passa a seminare insinuazioni e dubbi sulla brutta storia dell' Italia recente. Nel 1992 dice: «In uno dei depositi di Knightsbridge c' era la famosa agenda di Roberto Calvi, in un altro molti documenti del mafioso Francesco Di Carlo». I magistrati lo bocciano: «Poco affidabile». All' uscita dal carcere fonda una casa editrice e un' azienda di abbigliamento, problemi di soldi - in Inghilterra ne sono certi - non ne ha di sicuro. Lui nel 1997 fa il gradasso e conferma: «Non sarei quello che sono se non avessi fatto quel lavoretto in Gran Bretagna, come posso pentirmene?». Valerio Viccei, statura media, capelli castani ormai tendenti al bianco, eterna faccia da bravo ragazzo guascone, è morto ieri, a faccia in giù in una pozzanghera di fango e sangue. Il requiem lo pronuncia un vecchio magistrato in pensione, Mario Mandrelli, l' uomo che per primo gli mise le mani addosso: «Il personaggio è abbondantemente descritto dalle varie sentenze che lo riguardano - dice gelido -. Si dice che dei morti bisognerebbe parlare solo bene, ma purtroppo quelli sono i fatti». Marco Imarisio LA SCHEDA LA SPARATORIA Durante un controllo, una pattuglia della Polizia stradale nota due persone sospette nei pressi di un casolare del comune di Sant' Egidio alla Vibrata (Teramo). Alla vista degli agenti, i due uomini cominciano a sparare. Un malvivente muore, un altro viene ferito, così come un poliziotto IN SEMILIBERTÀ La vittima è Valerio Viccei, 45 anni, un passato come estremista di destra e rapinatore. Nel 1987 «firmò» il colpo del secolo in Inghilterra, bottino 150 miliardi. Nel 1997 gli era stata concessa la libertà vigilata IL PENTITO L' altro malvivente ferito è Antonio Maletesta, 31 anni, un pentito della Sacra corona unita, che vive in regime di protezione all' Aquila. È diventato collaboratore di giustizia nel 1994.
(19 aprile 2000) - Corriere della Sera
Teramo,
l'estremista nero Viccei intercettato con un pentito. Ferito un poliziotto DAL NOSTRO INVIATO TERAMO - Ieri mattina, un ex terrorista nero in regime di semilibertà e un collaboratore di giustizia caricavano le loro pistole davanti ad un casolare abbandonato sulla strada provinciale numero 1, che risale le colline del Teramano e conduce, in tornanti dolci, alla frazione di Sant' Egidio. Capannoni industriali e greggi di pecore, prostitute sedute dietro ai cespugli e cani randagi. Il casolare è subito dietro l' ultima curva. Appena nascosto da un grande albero di castagne. La vecchia Lancia Thema grigia dicono che fosse ferma dove comincia il sentiero. Con il cofano aperto e con loro due, chini, che vi rovistavano. Stavano caricando una Magnum 357 e una Smith&Wesson. Le caricavano con proiettili ad espansione. «Ma non è nemmeno questo, il punto». È che la Magnum 357, quando esplode un colpo, è come se tuonasse. La coppia di agenti sopravvissuti al conflitto a fuoco, racconta che è stato proprio il tremendo rumore prodotto dal primo colpo a fargli capire che stava cominciando una specie di battaglia. Sul prato è rimasto ucciso Valerio Viccei, 45 anni, molti dei quali trascorsi a far scorribande su commissione dei Nar - i Nuclei armati rivoluzionari di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro - finché non decise poi di andarsi a nascondere a Londra, dove partecipò al gran colpo della Knightsbridge, nelle cui cassette di sicurezza non avrebbe trovato solo quasi 150 miliardi di lire, ma anche, diceva lui, misteriosi documenti appartenenti al banchiere Roberto Calvi. Il corpo di Viccei è stato centrato da almeno nove colpi di mitraglietta. Il capopattuglia Enzo Baldini, 40 anni, sposato e con due figli, ha avuto una buona mira, nonostante giacesse a terra, e gravemente ferito all' inguine. Dalla Magnum di Viccei mancano quattro proiettili. Aveva già infilato guanti di lattice. E, pure in lattice, era la maschera facciale che aveva nella tasca dei pantaloni. Nella stessa tasca teneva anche un documento d' identità falso. Intestato ad un cittadino albanese. Ma è stato un agente della polizia scientifica a riconoscerlo: «Ragazzi, questo è Viccei. Recluso nel carcere di Pescara, però con il permesso di uscire dalle 8.30 alle 22.30». Il suo complice è ferito alla gamba destra. È nato a Lecce, ha 31 anni e si chiama Antonio Maletesta. Dopo essere stato affiliato all' organizzazione criminale pugliese Sacra corona unita, ha deciso di pentirsi, raccontando dettagli di secondo piano ai magistrati. Sottoposto al servizio protezione, alle 11 del mattino, doveva stare all' Aquila e non qui, davanti a questo cascinale. Anche lui aveva già infilato alle mani i guanti di lattice. Ma con la sua Smith&Wesson non ha colpito alcun agente. L' agente scelto Franco Di Giannatale, 31 anni, sposato e con due figli, si è slogato il polso destro, cadendo. E si stava rialzando, quando, per pure fatalità, da dietro la curva è anche spuntata un' auto dei carabinieri. C' erano due uomini a bordo. L' appuntato Luigi Corradetti, di 45 anni, e un ex parà del battaglione Tuscania. E non ha esitato ad ascoltare il grido dell' agente Di Giannatale: «Ne sta scappando uno». Così ha indossato il giubbotto antiproiettile, ha imbracciato la mitraglietta e ha scavalcato il muretto, costruito dai pastori lateralmente alla cascina. L' ultima scena del combattimento è avvenuta trecento metri più giù, verso il boschetto. Sotto un faggio c' era il collaboratore di giustizia ferito, che si torceva dal dolore, sudando, bestemmiando, ma senza decidersi a mollare la sua Smith&Wesson. Almeno finché non ha sentito il carabiniere urlare: «Ti tengo sotto tiro. E se alzi quella pistola, te lo giuro, ti sparo». Due criminali perfettamente armati, che si preparavano a chissà cosa. Dicono in Questura: «Forse ad assaltare una banca, un ufficio postale, un furgone portavalori». O, più probabilmente, a compiere un sequestro di persona. Fabrizio Roncone IL RITRATTO Dalla maxirapina di Londra ai misteri del caso Calvi MILANO - Prima di squagliarsela dopo aver spazzolato 150 miliardi dal «centro deposito valori» di Brompton road, Knightsbridge, lasciò in un caveau (rigorosamente vuoto) la videocassetta di «Come sposare un milionario». Uno sberleffo. La sua firma su quella che ancora adesso viene ricordata come la rapina del secolo, in Inghilterra: 126 cassette svuotate, gioielli (c' era anche il secondo diamante più grande del mondo) e preziosi portati via ai grandi nomi dell' aristocrazia inglese. Era un uomo spiritoso, Valerio Viccei. Ma non era Robin Hood. Anzi. Nato ad Ascoli Piceno il 23 gennaio 1955, papà avvocato iscritto al Pli, mamma casalinga, a soli 15 anni conosce Gianni Nardi, l' estremista nero (ufficialmente) morto il 10 settembre 1976 in uno scontro frontale a Palma di Maiorca. Diventano amici. Nardi è più «ideologico», a Viccei la teoria interessa poco. Galleggia nell' area dell' eversione nera da subito, tra la strategia della tensione e il colore dei soldi sceglie i secondi. La sua vita è tutta in un fascicolo giudiziario alto due spanne. La prima denuncia arriva nel 1971, entra nella sede cittadina del Psiup e la devasta. Per il carcere è questione di qualche mese, nel 1972 piazza una carica esplosiva sotto un ripetitore televisivo (lui ha 17 anni), poi finisce dentro per aver rubato un' auto sotto casa (« Dovevo andare a Roma al comizio di Almirante»). Da lì in poi è un elenco di rapine, furti, attentati (ma per la bomba al rapido Milano-Bari del 1974 fu assolto) e un omicidio. Quello di un suo complice, Giovanni Niccolai, 29 anni, ultrà nero che controllava un giro di droga: due colpi di pistola al torace e all' addome e poi la benzina per bruciare il corpo nel 1981, la confessione solo dieci anni dopo. Condannato per traffico d' armi e altri reati minori, ottiene la libertà vigilata, sparisce il 30 dicembre 1986. La mattina del 17 luglio 1987 Viccei riappare in giacca e cravatta, davanti al deposito valori di Knightsbridge. Lui e un suo socio entrano dall' ingresso principale (il direttore verrà poi condannato per complicità). Ne escono un' ora dopo con una refurtiva spaventosa. Lui rimane libero giusto un mese, il tempo di comprarsi una Ferrari con la quale investe uno degli agenti che lo arrestano a Londra. Il 30 gennaio 1989 arriva la condanna a 22 anni, tre anni dopo l' estradizione nel carcere di Pescara. Il ministro della Giustizia inglese tuona: «L' Italia rimetterà in libertà l' uomo d' oro nel giro di un anno». Si sbaglia, di poco. Viccei ottiene la semilibertà nel 1995, la libertà condizionata nel 1997. Londra protesta ancora: si è sempre rifiutato di collaborare al recupero del bottino. Gli anni in carcere li passa a seminare insinuazioni e dubbi sulla brutta storia dell' Italia recente. Nel 1992 dice: «In uno dei depositi di Knightsbridge c' era la famosa agenda di Roberto Calvi, in un altro molti documenti del mafioso Francesco Di Carlo». I magistrati lo bocciano: «Poco affidabile». All' uscita dal carcere fonda una casa editrice e un' azienda di abbigliamento, problemi di soldi - in Inghilterra ne sono certi - non ne ha di sicuro. Lui nel 1997 fa il gradasso e conferma: «Non sarei quello che sono se non avessi fatto quel lavoretto in Gran Bretagna, come posso pentirmene?». Valerio Viccei, statura media, capelli castani ormai tendenti al bianco, eterna faccia da bravo ragazzo guascone, è morto ieri, a faccia in giù in una pozzanghera di fango e sangue. Il requiem lo pronuncia un vecchio magistrato in pensione, Mario Mandrelli, l' uomo che per primo gli mise le mani addosso: «Il personaggio è abbondantemente descritto dalle varie sentenze che lo riguardano - dice gelido -. Si dice che dei morti bisognerebbe parlare solo bene, ma purtroppo quelli sono i fatti». Marco Imarisio LA SCHEDA LA SPARATORIA Durante un controllo, una pattuglia della Polizia stradale nota due persone sospette nei pressi di un casolare del comune di Sant' Egidio alla Vibrata (Teramo). Alla vista degli agenti, i due uomini cominciano a sparare. Un malvivente muore, un altro viene ferito, così come un poliziotto IN SEMILIBERTÀ La vittima è Valerio Viccei, 45 anni, un passato come estremista di destra e rapinatore. Nel 1987 «firmò» il colpo del secolo in Inghilterra, bottino 150 miliardi. Nel 1997 gli era stata concessa la libertà vigilata IL PENTITO L' altro malvivente ferito è Antonio Maletesta, 31 anni, un pentito della Sacra corona unita, che vive in regime di protezione all' Aquila. È diventato collaboratore di giustizia nel 1994.
(19 aprile 2000) - Corriere della Sera
Quelli coinvolti nella rapina e investigazione
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La rapina a Sant'Egidio alla Vibrata dove muore Valerio Viccei
Qui dove Valerio Viccei panificò la rapina al porta valori e dove morì nella sparatoria. Nella foto sopra si vede il cartello stradale blu dietro il poliziotto che si vede qui sotto sulla destra e il casolare abbandonato dove si nascose con la Lancia Thema .. clicca la freccia per arrivarci. Guarda pure qui
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qui dove si appostò Viccei per la rapina, fai zoom - qui vista dalla strada
CALVI: CONDANNATO IL RICETTATORE DI KNIGHTSBRIDGE
Agostino ''Tino'' Vallorani, antiquario 43enne accusato di ricettazione per la rapina multimiliardaria di Knightsbridge a Londra nel 1987, e' stato condannato ad un anno e quattro mesi per questo reato oggi dal tribunale penale di Roma. L'intera pena, comminata con rito abbreviato e' stata condonata. Vallorani, oltre ad essere legato alla ''rapina del secolo'', organizzata dal suo amico d'infanzia. il neofascista Valerio Viccei, condannato a 22 anni ed ora in carcere in Italia, interessa alle autorita' italiane perche' ritengono che sappia ancora molto sull'omicidio del presidente del Banco Ambrosiano, Roberto Calvi, trovato morto a Londra il 18 giugno del 1982.
Proprio Viccei, anche lui originario delle Marche come Vallorani, si e' reso protagonista dell'ultimo caso di depistaggio smascherato dagli accertamenti della Direzione investigativa antimafia. Viccei aveva detto di essere in possesso di documenti bancari appartenuti a Roberto Calvi trovati, insieme a valori e droga, in una delle cassette di sicurezza scassinate nel caveau di Knightsbridge. Secondo quanto sosteneva Viccei -che puntava ad essere inserito nel programma di protezione dei pentiti- quella cassetta di sicurezza apparteneva al mafioso Francesco di Carlo, boss del clan Cuntrera Caruana, l'uomo che secondo le rivelazioni di altri pentiti eccellenti, come Francesco Marino Mannoia e Tommaso Buscetta, avrebbe strangolato su ordine di Pippo Calo' Roberto Calvi.
CALVI: PASSAPORTO VATICANO NEL CAVEAU LONDINESE
Agostino ''Tino'' Vallorani, antiquario 43enne accusato di ricettazione per la rapina multimiliardaria di Knightsbridge a Londra nel 1987, e' stato condannato ad un anno e quattro mesi per questo reato oggi dal tribunale penale di Roma. L'intera pena, comminata con rito abbreviato e' stata condonata. Vallorani, oltre ad essere legato alla ''rapina del secolo'', organizzata dal suo amico d'infanzia. il neofascista Valerio Viccei, condannato a 22 anni ed ora in carcere in Italia, interessa alle autorita' italiane perche' ritengono che sappia ancora molto sull'omicidio del presidente del Banco Ambrosiano, Roberto Calvi, trovato morto a Londra il 18 giugno del 1982.
Proprio Viccei, anche lui originario delle Marche come Vallorani, si e' reso protagonista dell'ultimo caso di depistaggio smascherato dagli accertamenti della Direzione investigativa antimafia. Viccei aveva detto di essere in possesso di documenti bancari appartenuti a Roberto Calvi trovati, insieme a valori e droga, in una delle cassette di sicurezza scassinate nel caveau di Knightsbridge. Secondo quanto sosteneva Viccei -che puntava ad essere inserito nel programma di protezione dei pentiti- quella cassetta di sicurezza apparteneva al mafioso Francesco di Carlo, boss del clan Cuntrera Caruana, l'uomo che secondo le rivelazioni di altri pentiti eccellenti, come Francesco Marino Mannoia e Tommaso Buscetta, avrebbe strangolato su ordine di Pippo Calo' Roberto Calvi.
CALVI: PASSAPORTO VATICANO NEL CAVEAU LONDINESE
IL RACCONTO DI VICCEI - Nel caveau della banca, in una cassetta di proprieta' di Francesco di Carlo, boss mafioso del clan Cuntrera, vicino a Pippo Calo' (in galera ora in Gran Bretagna per il piu' grosso traffico di eroina mai scoperto), Viccei ha detto di aver trovato un'ingente somma di denaro e ''documenti bancari'', di proprieta' di Calvi, nonche' due documenti del Vaticano in bianco, un passaporto ed una carta d'identita'. Ma che dovevano essere entrati in possesso di Di Carlo, a testimonianza delle sue amicizie influenti, dopo la morte di Calvi, visto che la data era posteriore al 18 giugno 1982. Una volta in carcere in Inghilterra, Viccei - condannato a 22 anni - e' avvicinato da Nezar Hindawi, terrorista arabo e per un certo periodo suo compagno di cella. Hindawi e' una ''mammoletta'' arrestato e condannato a 35 anni di carcere per aver affidato una bomba alla sua ragazza inglese e incinta, e averla mandata su un aereo dell'El Al a Heathrow. Ma la ragazza, ignara, era stata scoperta.
Un giorno Hindawi ''passa'' a Viccei un messaggio di Di Carlo che rivoleva soldi e documenti. La cosa fece capire a Viccei di essere in possesso di qualcosa di importante. Chiese cosi' di parlare con il Detective Inspector Dick Leach, ora nella Metropolitan Police, alla Paddington Green Station, ma allora vera mente dell'inchiesta su Knightsbridge nella Flying Squad, la ''volante'' di Scotland Yard. Gli dice che i documenti su Calvi li ha Steven Mann, uno dei suoi accoliti. Ma la scelta e' sbagliata: Mann e' la persona che con le sue ''confidenze'' ha poi tradito tutta la banda permettendo a Leach di metterli tutti in galera e recuperare tra un terzo e la meta' del tesoro rubato. L'unico libero della banda e' oggi proprio Mann che fa il macellaio da qualche parte nel North side londinese.
Trasferito in Italia, per provare che dice il vero, Viccei fa consegnare dal padre alle autorita' italiane due documenti che, per precauzione, aveva messo da parte: il passaporto e la carta d'identita' del Vaticano in bianco, trovati anch'essi - sostiene - tra i documenti che erano connessi a Calvi nella cassetta di Di Carlo. I due documenti sarebbero stati consegnati da Viccei ad Agostino (Tino) Vallorani, antiquario italiano e commerciante di automobili dalle amicizie finanziarie torbide, perfino negli ambienti finanziari della City, arrestato in Italia il 17 settembre scorso. I RISCONTRI MANCANTI - Per trovare i necessari riscontri alle rivelazioni di Viccei, la Direzione investigativa antimafia chiede la collaborazione della polizia londinese. Questa - secondo fonti inglesi - tenta due tipi di approcci con Mann che ormai e' un ''grass'', un informatore nello slang londinese. Gli manda un agente infiltrato che bazzica nei bassifondi londinesi, che gli dice: ''C'e' qualcuno che vuole i documenti di Calvi. Viccei dice che li hai tu. Se li tiri fuori, o dai informazioni per averli, ti metti in tasca 40mila sterline (quasi cento milioni di lire)''. Mann trasalisce e risponde: ''Magari ne sapessi qualcosa, ma putroppo quei documenti non l'ho mai visti''. Fallito l'approccio bluff, la polizia sceglie quello ufficiale, e prende contatto con Mann, che continua pero' a negare. E interpella anche Rubin, un altro di Knightsbridge, ma anche lui sconfessa la versione di Viccei, e dice di non saper nulla dei documenti di Calvi.
Con una commissione rogatoria, i sostituti procuratori Elisabetta Cesqui ed Andrea Vardaro, accompagnati da un ufficiale della Dia, si recano a Londra. E dal 25 al 28 ottobre, interrogano Mann, Rubin ed Hindawi
Tutti, anche Vallorani, sconfessano Viccei definito ''poco affidabile'' da altre fonti italiane che parlano di depistaggio. Anche gli inglesi non si sbilanciano sulla attendibilita' di questo pentito dell'ultim'ora per il quale le porte del carcere non si apriranno, neppure per un permesso, prima del 2003. IL ''PROBLEMA'' VICCEI - Viccei sembrerebbe quindi sconfessato. Ma rimane un ''teste interessante'' se non altro - e non e' un dettaglio da poco - perche' ha davvero prodotto i due documenti in bianco del Vaticano ritrovati nella cassetta di sicurezza di Di Carlo. Insomma l'anello della catena che mancherebbe per comprovare la tesi che vuole Calvi ucciso dalla Mafia, da Di Carlo, su ordine di Pippo Calo', d'accordo con la P2 che faceva affari con il Vaticano. Ma per rendere questo anello a prova di strappo bisogna dimostrare tre cose: che la cassetta apparteneva veramente a Di Carlo; che c'erano ''documenti bancari'' e di altro tipo appartenenti a Calvi; come Di Carlo ne era entrato in possesso (prelevati da Calvi o affidatigli?).
ALTRI ASSASSINII - Dalle confessioni di Viccei, 37enne originario di Ascoli Piceno, sarebbero pero' emersi altri elementi su altri assassini eccellenti. Quali? Il riserbo e' assoluto ma e' logico pensare che si pensi a Sergio Vaccari Agelli, antiquario 47enne trovato morto a Londra il 16 settembre del 1982, esattamente tre mesi dopo che Calvi era stato visto vivo per l'ultima volta. Vaccari era in contatto con Vallorani. Ma dovrebbe aiutare a fare luce anche sulla morte di Jeanette May, ex baronessa Rothschild, e della sua amica italiana Gabriella Guerin, misteriosamente uccise nel 1981 in Italia.
Londra, 8 nov - Un passaporto ed una carta d'identita' del Vaticano, in bianco. Sono gli unici documenti nelle mani degli inquirenti italiani appena ritornati dall'Inghilterra. Ma in qualche modo legano l'uccisione di Roberto Calvi, Francesco di Carlo, il boss mafioso agli ordini di Pippo Calo', la Loggia P2 ed il Vaticano, e fanno gioco alla tesi degli inquirenti romani che lavorano all'inchiesta sulla morte del ''banchiere di Dio'': Di Carlo avrebbe ucciso Calvi su ordine di Pippo Calo', a sua volta d'accordo con i vertici della P2. La morte di Calvi sarebbe stata decisa perche' era ormai facilmente ricattabile e poteva coinvolgere nello scandalo gente importante.
Il nuovo capitolo dell'inchiesta su Calvi muove dalle rivelazioni di Valerio Viccei, il neofascista italiano che organizzo' la rapina record al Safety Deposit Centre di Knightsbridge a Londra. Viccei ha parlato in carcere con l'evidente scopo di essere inserito nel programma italiano per i testimoni protetti. Come prova della veridicita' delle sue affermazioni - ha appreso l'Adnkronos da piu' fonti ufficiali italiane e straniere - ha fatto pervenire agli inquirenti italiani un passaporto ed una carta d'identita' del Vaticano in bianco ed ha detto di averli trovati in un'unica cassetta di sicurezza che - sostiene - apparteneva a Di Carlo, una delle 126 aperte dalla banda che raggranello' un gruzzolo stimato in 40 milioni di sterline (cento miliardi), che - guarda caso - nessuno dei proprietari ha mai reclamato. I documenti erano datati 1983, ma dimostrerebbero, se la cassetta era davvero di Di Carlo, che il mafioso, attraverso amicizie influenti, era in grado di ottenere documenti del genere.
Un giorno Hindawi ''passa'' a Viccei un messaggio di Di Carlo che rivoleva soldi e documenti. La cosa fece capire a Viccei di essere in possesso di qualcosa di importante. Chiese cosi' di parlare con il Detective Inspector Dick Leach, ora nella Metropolitan Police, alla Paddington Green Station, ma allora vera mente dell'inchiesta su Knightsbridge nella Flying Squad, la ''volante'' di Scotland Yard. Gli dice che i documenti su Calvi li ha Steven Mann, uno dei suoi accoliti. Ma la scelta e' sbagliata: Mann e' la persona che con le sue ''confidenze'' ha poi tradito tutta la banda permettendo a Leach di metterli tutti in galera e recuperare tra un terzo e la meta' del tesoro rubato. L'unico libero della banda e' oggi proprio Mann che fa il macellaio da qualche parte nel North side londinese.
Trasferito in Italia, per provare che dice il vero, Viccei fa consegnare dal padre alle autorita' italiane due documenti che, per precauzione, aveva messo da parte: il passaporto e la carta d'identita' del Vaticano in bianco, trovati anch'essi - sostiene - tra i documenti che erano connessi a Calvi nella cassetta di Di Carlo. I due documenti sarebbero stati consegnati da Viccei ad Agostino (Tino) Vallorani, antiquario italiano e commerciante di automobili dalle amicizie finanziarie torbide, perfino negli ambienti finanziari della City, arrestato in Italia il 17 settembre scorso. I RISCONTRI MANCANTI - Per trovare i necessari riscontri alle rivelazioni di Viccei, la Direzione investigativa antimafia chiede la collaborazione della polizia londinese. Questa - secondo fonti inglesi - tenta due tipi di approcci con Mann che ormai e' un ''grass'', un informatore nello slang londinese. Gli manda un agente infiltrato che bazzica nei bassifondi londinesi, che gli dice: ''C'e' qualcuno che vuole i documenti di Calvi. Viccei dice che li hai tu. Se li tiri fuori, o dai informazioni per averli, ti metti in tasca 40mila sterline (quasi cento milioni di lire)''. Mann trasalisce e risponde: ''Magari ne sapessi qualcosa, ma putroppo quei documenti non l'ho mai visti''. Fallito l'approccio bluff, la polizia sceglie quello ufficiale, e prende contatto con Mann, che continua pero' a negare. E interpella anche Rubin, un altro di Knightsbridge, ma anche lui sconfessa la versione di Viccei, e dice di non saper nulla dei documenti di Calvi.
Con una commissione rogatoria, i sostituti procuratori Elisabetta Cesqui ed Andrea Vardaro, accompagnati da un ufficiale della Dia, si recano a Londra. E dal 25 al 28 ottobre, interrogano Mann, Rubin ed Hindawi
Tutti, anche Vallorani, sconfessano Viccei definito ''poco affidabile'' da altre fonti italiane che parlano di depistaggio. Anche gli inglesi non si sbilanciano sulla attendibilita' di questo pentito dell'ultim'ora per il quale le porte del carcere non si apriranno, neppure per un permesso, prima del 2003. IL ''PROBLEMA'' VICCEI - Viccei sembrerebbe quindi sconfessato. Ma rimane un ''teste interessante'' se non altro - e non e' un dettaglio da poco - perche' ha davvero prodotto i due documenti in bianco del Vaticano ritrovati nella cassetta di sicurezza di Di Carlo. Insomma l'anello della catena che mancherebbe per comprovare la tesi che vuole Calvi ucciso dalla Mafia, da Di Carlo, su ordine di Pippo Calo', d'accordo con la P2 che faceva affari con il Vaticano. Ma per rendere questo anello a prova di strappo bisogna dimostrare tre cose: che la cassetta apparteneva veramente a Di Carlo; che c'erano ''documenti bancari'' e di altro tipo appartenenti a Calvi; come Di Carlo ne era entrato in possesso (prelevati da Calvi o affidatigli?).
ALTRI ASSASSINII - Dalle confessioni di Viccei, 37enne originario di Ascoli Piceno, sarebbero pero' emersi altri elementi su altri assassini eccellenti. Quali? Il riserbo e' assoluto ma e' logico pensare che si pensi a Sergio Vaccari Agelli, antiquario 47enne trovato morto a Londra il 16 settembre del 1982, esattamente tre mesi dopo che Calvi era stato visto vivo per l'ultima volta. Vaccari era in contatto con Vallorani. Ma dovrebbe aiutare a fare luce anche sulla morte di Jeanette May, ex baronessa Rothschild, e della sua amica italiana Gabriella Guerin, misteriosamente uccise nel 1981 in Italia.
Londra, 8 nov - Un passaporto ed una carta d'identita' del Vaticano, in bianco. Sono gli unici documenti nelle mani degli inquirenti italiani appena ritornati dall'Inghilterra. Ma in qualche modo legano l'uccisione di Roberto Calvi, Francesco di Carlo, il boss mafioso agli ordini di Pippo Calo', la Loggia P2 ed il Vaticano, e fanno gioco alla tesi degli inquirenti romani che lavorano all'inchiesta sulla morte del ''banchiere di Dio'': Di Carlo avrebbe ucciso Calvi su ordine di Pippo Calo', a sua volta d'accordo con i vertici della P2. La morte di Calvi sarebbe stata decisa perche' era ormai facilmente ricattabile e poteva coinvolgere nello scandalo gente importante.
Il nuovo capitolo dell'inchiesta su Calvi muove dalle rivelazioni di Valerio Viccei, il neofascista italiano che organizzo' la rapina record al Safety Deposit Centre di Knightsbridge a Londra. Viccei ha parlato in carcere con l'evidente scopo di essere inserito nel programma italiano per i testimoni protetti. Come prova della veridicita' delle sue affermazioni - ha appreso l'Adnkronos da piu' fonti ufficiali italiane e straniere - ha fatto pervenire agli inquirenti italiani un passaporto ed una carta d'identita' del Vaticano in bianco ed ha detto di averli trovati in un'unica cassetta di sicurezza che - sostiene - apparteneva a Di Carlo, una delle 126 aperte dalla banda che raggranello' un gruzzolo stimato in 40 milioni di sterline (cento miliardi), che - guarda caso - nessuno dei proprietari ha mai reclamato. I documenti erano datati 1983, ma dimostrerebbero, se la cassetta era davvero di Di Carlo, che il mafioso, attraverso amicizie influenti, era in grado di ottenere documenti del genere.
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Valerio Viccei - storia (inglese)
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La rapina del secolo di Knightsbridge safe deposit messa a segno da Viccei e banda
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Prigione di HMP Parkhurst sull'Isola di Wight dove scontava la pena Viccei Valerio.
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